Alberto Garutti

Il cane qui ritratto appartiene a una delle famiglie di Trivero. Quest’opera è dedicata a loro e alle persone che sedendosi qui ne parleranno.

“Quando si muove nello spazio pubblico l’artista deve interrogarsi sulla propria responsabilità rispetto al contesto sociale, rispetto alla città. Ho sempre considerato fondamentale che i miei interventi pubblici nascano da una profonda conoscenza del contesto, perché l’opera pubblica deve radicarsi nel territorio in cui si colloca, nella sua storia e nelle sue narrazioni”.

Dono dell’artista. Cemento, ferro zincato, 2009, cm 210 x 60 x 82. A.P.

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Nato nel 1948 a Galbiate (LC). Vive e lavora a Milano.

Considerato tra i maggiori esponenti italiani dell’arte pubblica (corrente artistica incentrata sulla presentazione e fruizione dell’arte all’interno della struttura urbana della città, creando connessioni con il tessuto sociale e relazioni tra istituzioni pubbliche, private, politiche ed economiche), dalla seconda metà degli anni Settanta Alberto Garutti ha esplorato i temi strutturanti della pratica stessa dell’arte, nonché la dimensione narrativa e immateriale dell’opera. Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano conseguita nel 1971, l’artista è invitato negli anni successivi a realizzare mostre personali in gallerie a Milano, Brescia e Roma. In quei primi progetti è già evidente la ricerca di un dialogo aperto tra opera d’arte, spettatore e spazio pubblico, tesa alla definizione di una forma di rielaborazione autonoma e personale della matrice concettuale e figurativa che aveva caratterizzato la generazione precedente. Titolare della cattedra di pittura a Brera per oltre un ventennio (fino al 2013), Garutti affida da sempre alla didascalia un ruolo funzionale, riprendendo la tradizione dell’arte concettuale dove il titolo trasforma l’oggetto in opera, spostandone il contenuto dalla sfera logico-linguistica a quella sentimentale. Spesso costituita da un breve testo nel quale è sempre possibile tracciare una dedica, la didascalia è caratterizzata da una molteplicità di formati, tutti in grado di stimolare una partecipazione empatica da parte del lettore/osservatore.