“Per me è tutto un flusso. È sempre una tessitura finalizzata ad un ossimoro finale, dove c’è un oggetto che sta in un posto dove non dovrebbe stare. Concetti di spaesamento e di slittamento appartengono sicuramente al mio lavoro. Che ci fa una statua realmente preziosa e antica con Vezzoli che cerca di baciarla? In questa tessitura di scelte, di rapporti, di diramazioni però non c’è un’ agenda intellettuale: io lo faccio per intrattenermi, per imparare, per divertirmi”.
Dono dell’artista. Ricamo in cotone su tela e tessuto, 2019, cm 51 x 61.
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Nato a Brescia nel 1971, vive e lavora a Milano.
Si diploma alla Central Saint Martins School of Art and Design di Londra nel 1995 e successivamente si stabilisce a Milano. Ispirato da icone pop, star televisive e divi del cinema del passato, come Joan Crawford, Cary Grant e Greta Garbo, il suo lavoro esamina ed emula le strutture di comunicazione e di produzione dell’immaginario collettivo, esplorando il potere della cultura popolare contemporanea. Quella di Vezzoli è quindi una sorta di rimeditazione e rielaborazione dell’effimero mediatico che utilizza in particolare la forza del linguaggio per ragionare sulla natura ambigua della verità e sulla fragilità dell’animo umano. Che siano ricami a piccolo punto, fotografie, video o performance ispirate a personaggi come Gioachino Rossini, Pier Paolo Pasolini, Luigi Pirandello e Salvador Dalì, l’artista affianca con naturalezza frammenti di cultura “alta” e “bassa”, spaziando dal cinema d’autore ai film hollywoodiani, dalle produzioni televisive alla storia dell’arte, dalla moda alla politica contemporanea. L’opera in mostra raffigura una Madonna, soggetto iconico, ricamata a colori con una grande lacrima applicata, bianca e nera.