Zehra Doğan

Noah’s Ark

“Non devi voltare le spalle alle fonti che ti nutrono. Sono nata nelle terre del Kurdistan. Sono cresciuta e vissuta con i temi del Kurdistan e ho trovato significato in ogni cosa attraverso quelle ricchezze”.

Dono di Francesca Bazoli. Acrilico su tela, 2019, cm 99,5 x 80.

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Nata a Diyarbakır, Turchia, nel 1989. Vive e lavora tra Londra e l’Europa.

Artista, giornalista e scrittrice curda con cittadinanza turca, Zehra Doğan si diploma alla Dicle Università di Arte e Design, e nel 2010 fonda e dirige JINHA, un’agenzia di stampa curda costituita unicamente da donne. Femminista fortemente impegnata sul fronte politico, Doğan testimonia per la prima volta le persecuzioni e la condizione di schiavitù che le donne Yazide sono costrette a sopportare durante la guerra in Siria e Iraq. Nel 2017 viene condannata a quasi tre anni di carcere per “propaganda terroristica” dopo aver condiviso su Twitter un disegno che raffigura in maniera sarcastica le macerie della città curda di Nusaybin distrutta dopo gli scontri tra le forze di sicurezza dello stato e gli insorti curdi. Sostenuta da famosi artisti come Banksy e Ai Weiwei durante la detenzione, viene rilasciata nel 2019. Durante la carcerazione continua a creare opere d’arte con i materiali che trova: tè, inchiostro, succo e rifiuti organici. Animata da un costante spirito di denuncia e resistenza che prende forma in opere pittoriche e grafiche realizzate su supporti di recupero e con materiali improvvisati, la sua è un’arte “politica”: un penetrante distillato tra dimensione intimistica e vicende di spinosa attualità che documentano le storie di dolore e di coraggio delle donne che ha incontrato nel suo cammino.