Alessandro Busci

San Siro rosso

Alessandro Busci racconta di essere rimasto colpito dallo stadio di San Siro non di giorno, né tanto meno di domenica, quando quel gran corpo prende vita, assediato com’è da una folla brulicante e vociante, ma di notte: in una notte invernale di pioggia sottile, quando l’acqua sfuma i contorni delle cose, sfuoca il dettaglio, crea riverberi e inedite prospettive ribaltate nelle pozzanghere, rifrange la luce gialla dei fanali in un alone sulfureo, e il silenzio si fa tanto più incongruo in un luogo che siamo abituati a pensare come un invaso sonoro di voci e di grida. Ada Masoero

Dono dell’artista. Smalto su acciaio corten, 2017, cm 240 x 160.

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Nato a Milano nel 1971, dove vive e lavora.

La ricerca pittorica di Busci si caratterizza per una costante sperimentazione di tecniche e supporti non convenzionali, come smalti e acidi su acciaio, ferro, alluminio e rame, nonché per l’attenzione verso la materialità e la concretezza del segno pittorico e calligrafico. Capaci di tradurre paesaggi e memorie di città in atmosfere suggestive e visioni urbane attraverso la ricerca del colore steso con consistenza magmatica e dai toni decisamente espressionisti, le sue opere sembrano voler lanciare una sorta di inno al Futurismo, ma con meno enfasi eroica verso il cambiamento rispetto a quanto promulgato da Marinetti nel 1909. I suoi soggetti appartengono tutti al paesaggio urbano periferico. Stazioni, cantieri, capannoni industriali, stadi sono immortalati in luci crepuscolari, come a rimarcare l’insistenza verso la poetica delle periferie, propria di Mario Sironi e di molti artisti americani degli anni Trenta. Pittore e architetto, Alessandro Busci collabora dal 1997 con l’Atelier Mendini a Milano con cui realizza progetti di architettura, decorazione e allestimento, come al Museo Teatrale alla Scala e a Palazzo Reale a Milano.

Alessandro Busci

San Siro rosso

Alessandro Busci describes that he was struck by San Siro’s stadium, not during the day, still less on a Sunday, when that body animates, besieged by a crowd clamouring and swarming, but at night: in a drizzling, winter night, when water softens the outline of things, blurs details and creates unknown perspectives and reflections off puddles; the yellow gleam of the lights refracts into a sulphurous halo and silence, becoming even more incongruous, in a place which we’re used to thinking as an invading sound of loud voices and shouts. Ada Masoero Donated by the artist. Enamel on corten steel, 2017, 160 x 240 cm.

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Born in Milan, 1971, where he lives and works today.

Busci’s pictorial research is characterised by constant experimentation with unconventional techniques and supports such as enamels and acids on steel, iron, aluminium and copper, as well as his attention to the materiality and concreteness of the pictorial and calligraphic stroke. Capable of translating landscapes and memories of cities into evocative atmospheres and urban visions through the search for colour (with decidedly expressionist tones and a magmatic consistency), Busci’s works seem to want to launch a sort of hymn to Futurism, but with less heroic emphasis on change than that promulgated by Filippo Tommaso Marinetti in 1909. His subjects all belong to the peripheral urban landscape. Stations, construction sites, industrial warehouses and stadiums are all immortalised in twilight, as if to underline the insistence on the poetics of the suburbs, typical of Mario Sironi and many American painters of the 1930s. A painter and architect, Alessandro Busci has collaborated with the Atelier Mendini in Milan since 1997, with which he carries out projects in architecture, decoration and exhibition design, such as that at the Museo Teatrale alla Scala and the Palazzo Reale in Milan.