Ettore Spalletti

Stanza bianca, vaso di alabastro

“Di solito uso l’azzurro, il rosa e il grigio, colori che non esistono in natura. Il primo è un colore atmosferico. Uso sempre azzurri diversi e anche poche gocce di cobalto orientano il colore. Il rosa è il colore dell’incarnato e il grigio, infine, ha la capacità di accogliere tutti gli altri colori. Dentro tutti i miei colori si trova il bianco. La superficie restituisce una leggera polvere bianca che viene dall’interno”.

Dono di Carlo Traglio. Tecnica mista e alabastro, 1996, cm 144,5 x 144,5, cm 99,5 x 99,5, cm 95 x 95, vaso h cm 35, Ø 20/27.

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Nato nel 1940 a Cappelle Sul Tavo (PE), dove ha sempre vissuto fino alla morte avvenuta nel 2019.

La ricerca artistica di Ettore Spalletti inizia nei primi anni Settanta e si contraddistingue da subito per l’utilizzo di forme pure e colori luminosi che si muovono al confine tra bidimensionalità e tridimensionalità, fondendo tra loro pittura e scultura, tattilità e immagine, nell’immersione luministica, volumetrica e architettonica dello spazio. L’azzurro – colore per eccellenza che vive come condizione ambientale – e il rosa – tonalità dell’incarnato in continua mutazione – ma anche il grigio, il bianco, il verde e il giallo sono gli “umori cromatici” prediletti dall’artista, quelli che conferiscono ai suoi dipinti, disegni e sculture (spesso corpi quadrati, rettangolari o rotondi simili a forme di oggetti sottratti alla realtà quotidiana) il respiro di un cromatismo intriso del sapore e della luce della sua terra d’origine, l’Abruzzo. Quella di Spalletti è un’arte senza tempo, che assorbe la profondità della storia, lasciando al pubblico la libertà di interpretare i riferimenti a forme classiche e religiose.

Ettore Spalletti

Stanza bianca, vaso di alabastro

“I usually use colours that don’t exist in nature: azure, pink and grey. The first is an atmospherical colour. I always use different blues; also small drops of cobalt orientate the colour. Pink, the incarnate colour and grey, at last, has the ability to welcome all colours. Within all my colours one finds white. The surface gives back a light, white powder that comes from the inside.”

Donated by Carlo Traglio. Mixed media and alabaster, 1996, 144.5 x 144.5 cm, 99.5 x 99.5 cm, 95 x 95 cm, vase h 35 cm, Ø 20/27 cm.

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Born in 1940 in Cappelle Sul Tavo (PE), where he lived and worked until his death in 2019.

Ettore Spalletti’s artistic research began in the early 1970s and immediately stood out for its use of pure shapes and bright colours that move on the edge between two- and three-dimensionality, blending painting and sculpture, tactility and image, in his luministic, volumetric and architectural immersion of space. Light blue – the colour par excellence that he experiences as an environmental condition – and pink – shades of the incarnate body in continuous mutation – but also grey, white, green and yellow make up the artist’s ‘chromatic moods’ of choice, those that give his paintings, drawings and sculptures (often square, rectangular or round bodies similar to forms of objects taken from everyday reality) the breath of chromaticism imbued with the taste and light of his homeland, the Abruzzo region. Spalletti’s art is timeless, absorbing the depth of history, leaving the spectator free to interpret references to classical and religious forms.