Maurizio Cannavacciuolo

I gemelli Paquitos vanno in città

Figure evidenti attraverso sovrapposizioni e contrapposizioni di più livelli d’attenzione, assolutamente senza dominio di piani, senza profondità, nulla è retroscena o decoro, è arbitrio di leggibilità, tutto si definisce in un limpido reticolo di segni tracciati con pungente e sagace riflessione. Alice Rubbini

Dono di Carlo Traglio. OIio su tela, 1995, cm 109,9 x 190,2.

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Nato a Napoli nel 1954, vive e lavora a Roma.

Attivo sulla scena internazionale dagli anni Settanta, Cannavacciuolo utilizza da sempre la più classica delle tecniche pittoriche: l’olio su tela. Le sue opere tendono verso una narrazione estremamente elaborata e ironica, in cui la fitta trama dello sfondo (spesso interamente dipinto con pattern a contrasto) nasconde sottostanti livelli di associazioni incongrue che richiedono tempo e pazienza per essere lette in ogni dettaglio. La sua è un’arte figurativa di forte stampo simbolico, il cui intento è quello di indurre chi guarda a una percezione che va ben oltre il gioco superficiale di colori. La cifra pittorica di Cannavacciuolo è inoltre intrisa di riferimenti alla tradizione mediterranea, con influenze medio-orientali: spazia così con molta libertà stilistica dal mondo del teatro giapponese a quello dei fumetti, fino all’astrattismo geometrico, i mosaici bizantini e le stilizzazioni da fumetti e cartoni animati, con elementi iconografici ricorrenti come insetti, fiori, autoritratti o corpi rappresentati come studi anatomici.

Maurizio Cannavacciuolo

I gemelli Paquitos vanno in città

“Evident figures through superimpositions and juxtapositions of multiple levels of attention, without absolutely no surface supremacy, without depth, nothing is backstage or decorum, it’s the agency of readability, everything is defined in a clear lattice of signs drawn with pungent and sagacious reflection.”

Donated by Carlo Traglio. Oil on canvas, 1995, 190.2 x 109.9 cm.

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Born in Naples in 1954. He lives and works in Rome.

Active on the international scene since the 1970s, Maurizio Cannavacciuolo has always used the most classical of painting techniques: oil on canvas. His works tend towards an extremely elaborate and ironic narrative, in which the dense interweaving of the background (often entirely painted with contrasting patterns) hides underlying levels of incongruous associations that require time and patience to be read in detail. His is in fact a figurative art with a strong symbolic imprint, whose aim is to induce the viewer to adopt a perception that goes far beyond the superficial interplay of colour. Cannavacciuolo’s pictorial style is also steeped in references to the Mediterranean tradition, with influences from the Middle East. Thus, with great stylistic freedom, it ranges from the world of Japanese theatre to that of comic books to geometric abstractionism, Byzantine mosaics and cartoon stylisations, with recurring iconographic elements such as insects, flowers and bodies represented as anatomical studies along with self-portraits of the artist himself.