Loris Cecchini

Radiances (thoughts oscillators on Vanadinite)

“Nell’arco di questo lungo periodo ho sviluppato il mio linguaggio creativo intorno alle idee di oggetto, modello e architettura. Sono anni che lavoro con lo spazio praticabile; quello che produco oggettualmente si riferisce in diversi modi all’idea di abitare lo spazio.
Oggi perseguo lo spazio frantumando la materia, seguendo un’idea di parcellizzazione, quasi di deflagrazione della scultura, dopo avere per molti anni compiuto un’indagine basata sul rapporto umano con lo spazio curvo, uno spazio dove l’angolo retto cede alla deformazione ottica e ambientale, dominando il senso della forma”.

Dono dell’artista. Stampa su carta di cotone Hahnemühle, resina poliuretanica, PETG trasparente, optical lighting film 3M, rivetti in alluminio, cavo d’acciaio e scatola in PET termoformato trasparente su lamiera zincata, 2011, cm 112 x 112 x 25.

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Nato a Milano nel 1969, dove vive e lavora.

“Ho sviluppato il mio linguaggio creativo intorno alle idee di oggetto, modello e architettura. Spesso il lavoro si riferisce in diversi modi all’idea di abitare lo spazio”. Dopo gli studi in pittura all’Accademia di Brera di Milano terminati nel 1994, Cecchini inizia a interessarsi di fotografia, vivendo appieno il periodo del passaggio dall’analogico al digitale. Successivamente il suo lavoro si espande, fino a incorporare il disegno, la scultura e l’installazione, e abbraccia una dimensione organica aperta al confronto con la realtà circostante. Al centro della sua opera c’è infatti una nuova lettura della spazialità, sempre accompagnata da un’idea di natura considerata nella sua costante transitorietà: lo spazio fisico viene così interpretato come biologico, organico, vitale, ma allo stesso tempo razionalmente strutturato. La ricerca e la costante sperimentazione nell’utilizzo di materiali come plastica, cellulosa e gomme (siliconiche, poliuretaniche, uretaniche), permette all’artista di dimostrare come i fenomeni fisici e i sistemi naturali siano in grado di traslarsi in un sistema stratificato di relazioni, al fine di rilevare i processi invisibili di una sintesi tra natura e cultura, scienza ed estetica.

Loris Cecchini

Radiances (thoughts oscillators on Vanadinite)

“Over this long period I developed my own creative language around object, models and architectural ideas. It’s been years that I’ve been working the practical space; what I produce refers to the different ways of inhabiting a space. Today I pursue space destroying matter, following an idea of parcelisation, of almost, sculpture deflagration; after having fulfilled for several years an investigation based on human’s relationship with the curved space, a space where the right angles cedes to optical and environmental deformity, dominating the consciousness of the form.”

Donated by the artist. Print on cotton paper Hahnemühle, polyurethane resin, transparent PETG, optical lighting film 3M, aluminum rivets, steel cable and transparent thermoformed PET box on galvanized sheet, 2011, 112 x 112 x 25 cm.

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Born in Milan in 1969, where he currently lives and works.

“I developed my creative language around notions of object, model and architecture. Often the work refers in different ways to the idea of inhabiting space.” After his studies in painting at the Brera Academy in Milan, completed in 1994, Loris Cecchini immediately began to take an interest in photography, fully experiencing the period of the transition from analogue to digital. Later his work expanded to include drawing, sculpture and installation, embracing an organic dimension open to comparison with the surrounding reality. At the centre of Cecchini’s work there in fact lies a new interpretation of spatiality, always accompanied by an idea of nature considered in its constant structural and metaphysical transience: physical space is thus interpreted as something biological, organic and vital, yet at the same time rationally structured. His research and constant experimentation in the use of materials such as plastic, cellulose and rubber (silicone, polyurethane and urethane) also allows the artist to demonstrate how physical phenomena and natural systems are able to translate into a stratified order of semantic relations, so as to detect the invisible processes of a synthesis between nature and culture, science and aesthetics.