Andreas Slominski

Wieselwippbrettfalle

La principale preoccupazione di Andreas Slominski dal 1984, può essere descritta come una ricerca di campo – l’esplorazione estetica, di tipo più incidentale, delle percezioni quotidiane. C’è spesso qualcosa di insidioso, e anche qualcosa di malizioso, nella consuetudine e modestia degli oggetti che seleziona. Essi subiscono costantemente un’inversione di funzionalità, contesto e contenuto. Tutte le opere di Slominski possono essere ‘trappole’, in senso figurato. Nel corso degli anni, la ‘trappola’, è diventato un termine di carattere generico per l’artista. È diventata nella sua ricerca, la soluzione a una forma di espressione artistica personale; è diventata la sua strategia artistica. Mario Kramer

Dono dell’artista. Legno, metallo ed esca, 1989, cm 50 x 15 x 10.

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Nato a Meppen, Germania, nel 1959. Vive e lavora ad Amburgo.

Spesso definito dalla critica “Fallensteller”, ovvero colui che tende trappole, Andreas Slominski è un artista concettuale tedesco il cui lavoro risulta agli occhi dei più come imprevedibile e talvolta ribelle. Affascinato sin dagli inizi della sua carriera dalle qualità scultoree delle trappole per animali, l’artista espone per la sua prima mostra personale ad Amburgo nel 1987 una trappola per topi, punto di partenza di molte interpretazioni ambigue e contrastanti relative ad un oggetto che rammenta il ready-made di Marcel Duchamp, e che – mantenendo intatti aspetto e funzione – assume valore artistico proprio in relazione al fatto stesso di essere esposto. L’artista nel tempo rielabora le sue trappole, offrendo così al pubblico delle varianti complesse con lo scopo di sovvertire le aspettative e la percezione, indagando al contempo il ruolo svolto dall’arte. Il suo è uno scenario cosparso di piccole insidie, dove elementi semplici diventano complessi, e viceversa.