Mimmo Paladino

Dormiente

“L’idea della scultura è l’idea che probabilmente avevano gli antichi, e per antichi intendo gli Etruschi: non fare cioè un oggetto che potesse sfidare delle leggi di proporzioni o che avesse più a che fare con l’arte, ma che avesse a che fare con il senso del magico e del religioso — il che è diverso dal dipingere, perché la pittura ti offre l’idea della finzione, mentre quella cosa ce l’hai davvero davanti, te la costruisci, te la materializzi”.

Dono dell’artista. Terracotta, ossidi e smalti, 2008, cm 185 x 42 x 65.

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Nato nel 1948 a Paduli (BN). Vive e lavora tra Paduli, Roma e Milano.

Insieme a Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Sandro Chia, l’artista campano Mimmo Paladino è uno dei rappresentanti della Transavanguardia, movimento artistico italiano nato su progetto di Achille Bonito Oliva nella seconda metà degli anni Settanta con l’intento di superare il linguaggio astratto-concettuale delle Neoavanguardie attraverso un ritorno alla tradizione e a una figurazione dai tratti espressionisti che privilegia il fare pittorico, il colore, la tecnica, e riporta questi caratteri all’attualità. Nella ricerca artistica di Mimmo Paladino ricorrono immagini che rimandano a un universo arcano e primitivo, dove le forme sono tradotte in segni eleganti e semplificati. Le sue opere fanno riferimento a una vasta gamma di fonti archeologiche, mitologiche e stilistiche che comprendono l’arte egizia, etrusca, greco-romana, paleocristiana e romanica. Tra il 1978 e il 1980 l’artista crea dipinti monocromi in colori primari ai quali unisce elementi geometrici e oggetti di recupero, mentre dal 1985 i suoi interessi si direzionano verso una produzione scultorea (spesso di respiro installativo) in bronzo, alluminio, legno dipinto, rame e ferro.