Sandro Chia

Figura galante

“Avevo vissuto un’epoca meravigliosa e irripetibile, quella degli anni tra il sessanta e l’ottanta all’insegna della più totale spensieratezza. Pur conservando le idee chiare sulla mia aspirazione artistica. Me ne andai di casa per questo. I miei mi avevano iscritto all’Istituto tecnico per geometri, ma poi scoprirono che non ci andavo e di nascosto frequentavo l’Istituto d’arte. Per mantenermi lavoravo in una bottega artigiana a San Frediano, dove si riadattavano pezzi artistici e anche logici. Fu la mia prima esperienza, assieme all’Istituto d’arte, dove comunque avevo eccezionali insegnanti. Basti pensare che a letteratura c’era in cattedra Mario Luzi”.

Dono di Carlo Traglio.
OIio su tela, 1982, cm 195 x 215.

Riprendi la navigazione

Nato a Firenze nel 1946. Vive e lavora tra Miami, Roma e Montalcino (SI).

Insieme a Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino, l’artista fiorentino Sandro Chia è uno dei rappresentanti della Transavanguardia, movimento artistico italiano nato su progetto di Achille Bonito Oliva nella seconda metà degli anni Settanta con l’intento di superare il linguaggio astratto-concettuale delle Neoavanguardie attraverso un ritorno a una figurazione dai tratti espressionisti che privilegia il fare pittorico, il colore, la tecnica, e riporta questi caratteri all’attualità. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, terminati nel 1969, Chia si trasferisce a Roma per un decennio, e successivamente a New York per un ventennio. Dopo esperienze di viaggio in Asia ed Europa, si converte al figurativismo, realizzando opere di grande formato dove eroiche figure maschili (che ritornano anche come soggetti nelle sculture in bronzo) si fanno portavoce di un segno pittorico intenso, deciso e dinamico. Il repertorio figurativo di Chia introduce così nei suoi quadri una serie di riferimenti iconografici desunti dall’arte antica e moderna, riportando nella forma spregiudicata e nel colore la forza della narrazione e l’incanto del sogno.