Achille Perilli

I coniugi perversi

“Esistono due spazi, il mio, vostro, nostro, di tutti e un altro spazio: quello dell’arte; in quest’ultimo vivono forme e colori, che noi dipingendo rendiamo solo in parte, per quel tanto che è nelle nostre capacità di rendere”.

Dono di Carlo Tivioli. Tecnica mista su tela, 1960, cm 100 x 81. Fotografia © Matteo Bazzi.

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Nato a Roma nel 1927. Vive e lavora a Orvieto.

Considerato uno dei protagonisti dell’astrazione in Italia, Achille Perilli prende parte a soli vent’anni al gruppo Forma, formatosi a Roma nel 1947 con l’intento di portare avanti un’arte strutturata ma non realistica che privilegia la forma e il segno nel loro significato essenziale. Contraddistinte da un cromatismo vivace e brillante, e vincolate in forme bidimensionali, le opere di Perilli sono accompagnate da una rigorosa riflessione teorica, nutrita dalla vivacità dei suoi interessi (numerose le collaborazioni con scenografi, architetti e musicisti) e dallo studio delle avanguardie storiche europee. Portando avanti un’indagine che ha come oggetto di studio la forma in relazione allo spazio (inteso come luogo di tensioni tra strutture geometrizzanti e forme organiche scaturite dall’attività immaginativa), l’artista indaga la percezione della realtà tra inconscio e razionalità, tra forma lirica e spazio geometrico, coniugando al contempo le diverse anime dell’astrattismo.