Igor Mitoraj

Luci di Nara

“La monumentalità è per me la sfida più appassionante. Mi piace confrontarmi con il grande in termini di tecnica plastica, ma anche in rapporto ad uno scenario naturale, storico e urbano. Che sia antico e contemporaneo. Ma la mia ricerca non è stata una via facile. Le mie figure vogliono sempre riflettere la situazione dell’uomo contemporaneo, le sue fratture, la sua perdita d’identità, i drammi quotidiani che ci circondano. Sono l’espressione della vita che viviamo tutti. Il nostro essere screpolati”.

Dono di Jean-Paul Sabatié.
Modello in resina, 2014, cm 220 x 204 x 150.

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Nato a Oederan, Germania, nel 1944, muore a Parigi nel 2014.

Nato in Germania da madre polacca e padre francese, frequenta il liceo artistico di Bielsko-Biala in Polonia e in seguito l’Accademia di Belle Arti di Cracovia, seguendo i corsi del pittore, scenografo e regista teatrale Tadeusz Kantor. Nel 1968 si trasferisce a Parigi dove si iscrive all’École des beaux-arts, impadronendosi di una tecnica volta alla rappresentazione plastica che trova ispirazione in un repertorio di forme tratto dell’antichità greco-romana: qui i suoi riferimenti sono Prassitele, Scopas e Fidia. Tornato a Parigi dopo un’esperienza di un anno in Messico, si dedica definitivamente alla definizione di un linguaggio scultoreo dove colossi caduti e frammentati, busti mutilati, teste bendate e crepate sono i soggetti prescelti per testimoniare drammaticamente l’operare del tempo e raccontare la perdita d’identità e di riferimenti dell’uomo contemporaneo.