Grazia Toderi

Scala nera

“Sono spazi di gioco e di spettacolo chiusi da mura che cingono uno spazio magico, come si oltrepassa quel muro le regole cambiano: una sfera/palla cattura la totale attenzione di migliaia di persone che ne osservano le traiettorie in uno stadio. O si piange per storie altrui, immaginarie, si ride, si ascoltano voci di strumenti musicali, o canti, nel teatro. L’umanità riunita dentro a questi spazi mi sembra esprimere e desiderare la parte migliore dell’essere umano”.

Dono dell’artista. Stampa fotografica, 2006, cm 125 x 70,5. Ed. 3/5. Questa stampa fotografica è uno still tratto dalla doppia proiezione video originaria Scala nera.

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Nata a Padova nel 1963, vive e lavora tra Milano e Torino.

Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna, si trasferisce a Milano nel 1992 dove si distingue da subito per l’innovativo uso del video – spesso strutturato come proiezione a ciclo continuo – che rimane lo strumento privilegiato del suo lavoro. La telecamera fissa su oggetti quotidiani in contesti domestici (nei quali le emozioni nello spettatore sono suscitate dalla sensazione di espansione dello spazio e del tempo verso l’infinito), l’introduzione di azioni ripetitive che sospendono la narrazione e la concentrazione sui dettagli sono alcuni degli elementi ricorrenti nei primi lavori dell’artista che nel 1993 è invitata a partecipare ad Aperto ’93 in occasione della Biennale di Venezia. Con il tempo, però, il suo sguardo si solleva da una visione immersa nel mondo, per aprirsi verso vedute di stadi, arene e teatri che, insieme a immagini aeree di città, diventano oggetto di una ricerca carica di potenti riflessioni sulla condizione umana. Centrale nella poetica di Toderi è anche il dialogo con la letteratura, ma soprattutto con la pittura, tecnica che sente vicina proprio per l’atemporalità solitamente riservata ai dipinti, e che lei riesce a conferire con estrema naturalezza alle proprie immagini video.