Dopo aver lasciato la scuola e aver trascorso un paio d’anni alla Polytechnique di Montréal, ha iniziato a dipingere seriamente, lavorando con un giovane gruppo di artisti locali chiamato Automatistes. La loro idea era di dipingere automaticamente; cioè lasciare che la mano posizioni la vernice senza una direzione cosciente del cervello. Nessuno del gruppo originale dipinge più in questo stile. Nel 1945 l’artista decise che era necessario scoprire la natura in un modo nuovo, osservare senza preconcetti e dipingere in modo naturale. Catherine Jones
Dono di Paolo Clerici.
Olio su tela, 1977, cm 81,4 x 100,5.
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Nato a Montréal nel 1923, è morto a Saint-Antoine-de-l’Isle-aux-Grues, Canada, nel 2002.
Studia pittura con Henri Bisson e nel 1943 si iscrive all’École du Meuble di Montréal. Tra gli artisti canadesi della sua generazione più riconosciuti a livello internazionale, nel 1945 instaura un legame di profonda amicizia con il suo insegnante Paul-Emile Borduas e diversi artisti canadesi d’avanguardia che fanno parte del gruppo chiamato “Les Automates”, formatosi tra gli anni Quaranta e Cinquanta in Francia e Canada sulla scia dell’Automatismo surrealista, metodo di creazione artistica in cui l’artista sopprime il controllo cosciente sul processo decisionale, consentendo alla mente inconscia di prendere il sopravvento. Da qui deriva quella spontaneità che è alla base del linguaggio lirico-astratto delle prime opere di Riopelle dove colori dai toni violenti vengono spremuti direttamente dai tubetti sulle tele e lavorati successivamente a spatola. Stabilitosi a Parigi nel 1948, partecipa alle esperienze informali del “tachisme”, dove una pittura di stampo astratto viene stesa con ricchi impasti di colore formando macchie di materia che si traducono in una forma paesaggistica dinamica.