Gian Marco Montesano

Di guardia ai confini

“Il Mondo è un Teatro immobile dove solo le scene, chiamate realtà, cambiano e si succedono fino alla chiusura del sipario. Poi, la sera dopo, tutto ricomincia e ritorna come sempre. Solo gli attori non sono più gli stessi. Un Eterno Ritorno senza di noi. Questa è l’allucinazione sofferente che provoca nel ‘sociale’ l’illusione del cambiamento, facendo credere a una realtà che, non essendoci, ricompare, ovviamente, sempre come nuova”.

Dono di Diana Bracco.
Olio su tela, 1992, cm 150 x 208.

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Nato a Torino nel 1949. Vive e lavora a Bologna.

Gian Marco Montesano studia presso il Seminario salesiano di Valdocco, a Torino, dove avviene la sua iniziazione verso la pittura. La forte predisposizione artistica e intellettuale lo portano negli anni Settanta a trasferirsi a Bologna, e successivamente a Parigi, dove ha modo di conoscere molti intellettuali, tra cui Gilles Deleuze e Jean Baudrillard. Le sue prime opere da autodidatta sono riproduzioni di immagini sacre e di Madonne ingrandite e rivisitate in chiave postmoderna. Montesano utilizza anche spesso immagini appartenenti al periodo della Prima Guerra Mondiale per rileggere gli anni drammatici di quel periodo e affrontare temi come la morte e il conflitto, con l’intento di raccontare la storia, riprodurne la memoria e creare nuove narrative. Accanto a queste rappresentazioni, ci sono anche immagini di bambini, ritratti femminili, paesaggi e vedute urbane di genere cinematografico che l’artista dipinge con il suo inconfondibile stile post-realista. Appassionato regista teatrale, la sua Compagnia Florian, con sede a Pescara, ha presentato spettacoli a Parigi, in Ungheria e in tutta Italia.